di Augusto Cassandro

– Da parte della famiglia, con il cuore pieno di tristezza annunciamo la morte di Dmitri Hvorostovsky a 55 anni amato baritono, marito, padre, figlio e amico. Dopo due anni e mezzo di battaglia contro un tumore al cervello, è morto serenamente stamattina nella sua casa nei dintorni di Londra, circondato dai suoi familiari. Possa il calore della sua voce e del suo spirito essere sempre con noi –

 

Stamattina, questo è stato il post lapidario che tutti gli appassionati di lirica e i colleghi hanno appreso direttamente e per condivisione dalla pagina ufficiale di Facebook del celebre baritono russo. Come in un rapidissimo tam tam, ma in maniera molto rispettosa, si è propagata la notizia in tutto il globo, lasciando basiti ed increduli i lettori. Apprendiamo che in alcuni teatri lirici, dove stamane c’era la tornata di prove, si è osservato un rispettoso e doveroso minuto di silenzio in onore del compianto Maestro.

Hvorostovsky da due anni e mezzo combatteva contro questo male incurabile al cervello, ma che per nessuna ragione lo aveva allontanato dal calcare le scene alla sua brillante e straordinaria maniera, ricevendo comunque plausi e consensi nonostante la sua malattia. Una delle ultime interpretazioni è stata – Il Conte di Luna – ne Il Trovatore alla Royal Opera di Londra.

Il suo debutto artistico avviene con il verdiano Rigoletto nel teatro della città dove si diploma presso il Collegio pedagogico di Krasnojark. Il 1990 è un anno di favolosi successi; lo vede debuttare   a Nizza ne “ La dama di picche “ opera del connazionale Čajkovskj, all’Opera di San Diego, al Met, all’Opera di Parigi alla Scala di Milano. Nella sua carriera non mancano concerti accompagnato dalle più famose orchestre mondiali e dalle più prestigiose bacchette che vanno da da Abbado a Levine. Baritono dalle eccellenti doti indiscusse con voce ricca di armonici. Si afferma rapidamente   sulla scena lirica mondiale, mostrando grande dimestichezza con i ruoli verdiani dove si nota una perfetta dizione italiana. Come già commentato, ed effettivamente le mie non sono parole di circostanza, oggi la lirica mondiale ha realmente perso un’altra nota fondamentale dallo spartito.