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di Eliana Del Prete
Ha commosso gli amici del web, scosso le coscienze dei contatti, incuriosito i più superficiali e stupito chi ha il coraggio di guardare oltre l’immagine il senso profondo della vita. Parliamo dei tanti aggiornamenti di stato e foto -quasi un bollettino medico – che l’ex campione Paralimpico Gianluca Attanasio ha pubblicato negli ultimi giorni sulla propria fan page. Ora in un letto d’ospedale, ora in gara per conquistare tre metri col girello, l’atleta partenopeo si è lasciato immortalare in momenti intimi e dolorosi al solo scopo di essere di esempio a chi, come lui, combatte da anni contro una grave forma di artrite all’anca che lo ha costretto a sottoporsi, a soli cinque anni, al primo intervento chirurgico. Da questa “debolezza” fisica Gianluca ne ha sempre tirato fuori il meglio, rifiutando ogni forma di pietismo e sconfitta psicofisica superando ostacoli insormontabili. Un esempio per tanti giovani che smettono di credere nel miracolo della vita solo perché c’è una diagnosi a dirlo.
Quando è stato contattato per questa intervista, la prima cosa a confidarci è stata: Ho pianto tanto! Ma desidero che la mia sofferenza sia messa al servizio del prossimo, che diventi speranza, perché io sono la prova vivente che un giorno incontri degli angeli che ti cambiano la vita.
A ruota libera partono gli elogi per quella equipe di medici che ancor prima di Gianluca hanno creduto nella riuscita dell’intervento ed inizia a raccontare le sue ultime conquiste.
Quale patologia ti ha portato a dover subite interventi chirurgici?
Nella primissima infanzia, verso i 3 anni di vita, un’artrite fulminante all’anca destra mi colpi. Il primo intervento l’ho subito a 5 e poi ho dovuto fare tanto sport per riabilitarmi, quello stesso sport che mi ha accompagnato per l’intera vita.
Per anni il nuoto è stata la tua medicina, più ti allenavi – tanto da vincere diversi titoli – più riuscivi a tenere a bada questa invalidità poi, lo sport non è bastato più e ti sei sottoposto ad un delicatissimo intervento. Come sei giunto fino qui?

L’incontro con l Prof. Grappiolo -ritenuto essere per i più uno dei maggiori professori in ambito ortopedico – nasce per caso, grazie ad una mail inviata al Dr. Emanuele Caldarella che cura un Blog su Medicitalia.it e che proprio lui mi consigliò una visita con il Prof.
Cosa è accaduto poi?
Alla prima visita avvenuta a Napoli presso la Clinica Mediterranea l’incontro con il Professore, in quella sede era accompagnato dal Dr. Della Rocca uno dei suoi collaboratori e dal Fisioterapista Dr. Giovanni Morello, esperto di anca e ginocchio.
L’intervento da te subito non è semplice, cosa ti ha convinto ad affrontare il rischio?
Con il professore fu amore a prima vista. In quella occasione gli regalai il mio libro: Olimpiadi Quotidiane, in modo che potesse conoscere tutta la mia storia, ma il Prof. mi disse che il mio caso, seppur difficilissimo, poteva essere risolto e subito mi mise in lista, conscio che alla fine quella sarebbe stata l’unica strada possibile per continuare ad allenarmi e a vivere una vita quasi normale.
Dopo quanto tempo hai subito l’intervento e dove?
Dopo nove mesi circa a Milano.
A Marzo il mio arrivo in Humanitas, il 10 l’ingresso l’11 l’intervento e con grande stupore ho scoperto che di quella eccellenza ospedaliera facevano parte dello staff del Professore, medici di prim’ordine, provenienti dalle mie terre Campane come lo stesso Della Rocca, e Dr. Giuseppe Santoro il quale ha assistito proprio al mio intervento. Santoro, ha preso a cuore la mia storia al punto da essere proprio lui a dirmi che saremmo tornati in acqua piu’ competitivi di prima perchè l’intervento era andato alla perfezione.
Tanta sofferenza ma tanta gioia per aver superato questa prima fase, cosa ti ha colpito di più di questa esperienza?
La gioia di vedere che dal sud dalla Campania, Sicilia, dalla Basilicata tanti medici operano al nord e onorano le nostre terre, come Caldarella, il Dr. Nino Gurgone.
Insomma, per uno come me, intento ogni giorno ad affrontare la malattia e la vita come una vera sfida in tutti i sensi vedere medici di questo calibro così giovani e appassionati mi fa sperare bene per un futuro migliore.
Qual è ora la fase successiva l’intervento?
Nonostante il miracolo della scienza applicato su di me, la sfida che ho ingaggiato ora è la fase riabilitativa, complessa perché’ vanno messi in moto muscoli mai mossi, rimasti dormienti sin da bambino. Una fase difficile che porto avanti con il Dr. Giovanni Morello che collabora con lo stesso Staff. del Grappiolo. Da subito lui ha deciso di rimettermi in acqua nel migliore dei modi, senza stressare i miei tendini e le mie fasce muscolari.
Le tue prossime sfide?
Il giorno 5 Aprile 2014 l’incontro con il C.T. della Nazionale Italiana di Nuoto Paralimpico Prof. Vincenzo Allocco che ha voluto riabbracciarmi e mi ha chiesto di guarire presto per tornare ad essere uno dei protagonisti del Nuoto Italiano. Allocco vuole che io arrivi ai massimi livelli, con me vuole ingaggiare una sfida che dimostri ancora una volta che lo Sport e la scienza applicata all’allenamento puo’ vincere.
Come guardi oggi al futuro?
Per me tanto ottimismo grazie anche all’appoggio totale che l’intera Squadra dei Nuotatori Campani che si allena al Centro Sportivo Portici mi sta dando. Il loro affetto ed amicizia incondizionata sono un grande apporto per un recupero totale delle mie capacità natatorie.
Cosa puoi dire a chi, come te, è impegnato in una grande sfida per la conquista della “normalità”?
Voglio solo fare un appello a chi oggi e’ in difficoltà, coloro che hanno patologie alle anche e al ginocchio, dicendo loro di affidarsi a persone che hanno a cuore la gente, io sono a loro disposizione affinchè il mio successo possa essere anche il loro.
Io ci sono! Chi vuole può contattarmi anche sulla mia pagina di Facebook a questo indirizzo: https://www.facebook.com/gianluca.attanasio.186 scambiare esperienze e speranze.

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